Suscitare la passione
Passione, come ci dice la Treccani, deriva dal verbo latino “pati” che significa patire, soffrire.
Nel caso dell’arte, dello sport, della bellezza, ecc., si intende però una forte inclinazione, un entusiasmante trasporto.
Ha a che fare questo con il soffrire?
Suscitare passione per la musica, per l’arte in generale o per un mezzo espressivo significa indurre gli allievi a soffrire?
A primo impatto verrebbe da dire di no, vero?
Ci ho molto pensato e lavorato e, alla fine, questo è il segreto:
io, come insegnante ed educatore, posso trasmettere la mia passione solo fornendo ai ragazzi la prova tangibile e verificabile che quello che imparo e imparano ha un immediato riscontro positivo in tutta la nostra vita, a partire dal quotidiano, dal benessere che possiamo provare ogni volta che desideriamo, dalla qualità delle relazioni che riusciamo a instaurare grazie alla consapevolezza e all’autostima, dalla soddisfazione di scoprire e riuscire a mostrare i nostri infiniti talenti nascosti
E la sofferenza dove sta in tutto questo? – vi chiederete.
Vi sembrerà strano, ma la sofferenza è la conseguenza naturale di quanto appena detto e la prova che, con il nostro esempio, siamo riusciti a trasmettere e a suscitare passione.
Per cosa si soffre dunque?
Da qui in poi si soffrirà dell’insaziabile desiderio di imparare, di conoscere, di arricchirsi, di riuscire a comunicare con tutti attraverso ogni mezzo a disposizione, di praticare ciò che ci fa stare così bene con noi stessi e gli altri e tanto ci realizza e ci fa esprimere.
Perché questa è la passione: la molla che può proiettarci ovunque, dentro e fuori di noi.